Scheda ministeriale prodotto:
Tacchino alla neretese
Prodotto Agroalimentare Tradizionale Italiano – P.A.T.
Zona di preparazione: è un secondo piatto tipico della tradizione culinaria abruzzese in particolare del territorio dei comuni di Nereto (da cui ne riprende il nome), Torano Nuovo, Corropoli, Controguerra, Sant’Omero, Ancarano e Colonella tutti in provincia di Teramo.
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Questa specialità gastronomica è tipica dei comuni situati nella parte nord della provincia di Teramo (Nereto, Torano Nuovo, Corropoli, Controguerra, Sant’Omero, Ancarano e Colonnella), ed è considerata una delle preparazioni più semplici e gustose della zona. È una ricetta che le famiglie locali si tramandano da generazioni, ed è abitudine prepararla nel periodo della festa di S. Martino. Dopo aver pulito accuratamente il tacchino, si procede alla salatura interna ed esterna, strofinandolo con le mani. Viene quindi cosparso di strutto e olio e cotto in forno con aglio, rosmarino e vino bianco. La cottura avviene per circa due ore e mezza, durante le quali il tacchino va girato e bagnato spesso con l’olio di cottura per farlo rosolare e insaporire in modo uniforme. A cottura ultimata viene spezzato e servito con la salsa di cottura. Come usuale contorno si abbinano verze “strascinate” (lesse e ripassate in padella) in olio d’oliva con aglio e peperoni fritti (corni di capra).
ELEMENTI DELLA TRADIZIONALITÀ
Dina Lupini, nata nel 1916, cuoca da quarant’anni del ristorante “Zio Mamo” di Nereto che gestisce assieme al figlio Mauro De Gregoris (il ristorante si chiamava fino ad alcuni anni fa la “Piattona” dal cognome di Giulia Piattoni, moglie di Silvio De Gregoris, fondatore nel 1903 della trattoria), testimonia con fede che già da ragazza apprese la ricetta del tacchino alla neretese dalla madre secondo ricetta tradizionale che si tramandava da generazioni. Le metodiche di lavorazione sono attestate già dal 1972 da Luigi Braccilli nella sua pubblicazione, L’Abruzzo gastronomico (s.d. ma acquisto Biblioteca Provinciale di Teramo nel 1972) e da Rino Faranda in Gastronomia Teramana (Ed. Tercas, Teramo 1977).
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