
Scheda ministeriale prodotto:
Olio di Cornacchiola di Vietri
Prodotto Agroalimentare Tradizionale Italiano (P.A.T.)
Zona di produzione: Territorio di Vietri di Potenza (PZ) Area del Melandro.
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Materie prime: Oliva Cornacchiola.
Materiali ed attrezzature per la preparazione: Reti per la raccolta, scuotitori o abbacchiatori, frantoio oleario, bhttps://www.topfooditaly.net/wp-content/uploads/2022/01/ALL-PRODUCTS.jpgi inox o bottiglie per olio.
Tecniche di lavorazione e conservazione per l’olio: “Cultivar diffusa nell’areale del “Melandro” e sporadicamente in alcuni comuni vicini della provincia di Salerno areale “colline salernitane”. La pianta di buona vigoria, è adatta per impianti di medio-alta intensità e forma di allevamento a vaso. E’ autosterile, per cui necessita di opportuni impollinatori. Fiorisce quasi contemporaneamente con “Romanella”, “Frantoio” e “Leccino”, con le quali è sovente consociata. Medio-precoce l’entrata in produzione. Produttività buona, con tendenza ad alternare. La resa in olio è elevata. I frutti, pur se caratterizzati da un rapporto polpa-nocciola basso, vengono destinati alla preparazione di olive da mensa, nere conciate o seccate. L’inolizione delle drupe è medio-precoce, per cui la raccolta, diversamente da quella di norma praticata, potrebbe essere anticipata alla fine di ottobre-inizi di novembre onde prevenire eventuali danni da attacchi di mosca e mantenere inalterati i caratteri qualitativi degli oli. Le caratteristiche compositive e sensoriali degli oli sono molto interessanti. Trattasi di un prodotto dal fruttato leggero di tipo maturo; al gusto dolce con gradevole presenza di piccante e amaro. Il contenuto in fenoli totali è medio-alto, mentre è molto elevata la percentuale di acido oleico. Nell’insieme può ritenersi un olio di buona qualità, meritevole di essere valorizzato commercialmente.
La produttività, la qualità degli oli, la resistenza a stress abiotici, la rendono tra le cultivar più interessanti ed apprezzate nell’areale del “Melandro”. Circoscritta e costante rimane ancora la sua diffusione”.
a) Caratteri morfologici
PIANTA: -Vigoria Alta; Portamento: Assurgente;
Densità della chioma: Media.
RAMI FRUTTIFERI: – Portamento: lievemente pendulo. Lunghezza: media (cm 28.15 + 3.06). Lunghezza internodi: media (cm 1.95 + 2.09).
FOGLIA: Forma ellittico-lanceolata. Lunghezza: media (cm 6.49 + 0.54); Larghezza elevata (cm 1.81 + 0.18); Curvatura longitudinale del lembo: da piana a lievemente epinastica; Profilo lamina fogliare: da piatto a lievemente tegente; Superfice della lamina: elevata (cm₂ 7.25 + 0.69); Angolo apicale: da aperto ad acuto; angolo basale: acuto; posizione larghezza massima: in posizione mediana; colore: verde intenso / verde.
INFIORESCENZA: Lunghezza: media (cm 26.21 + 2.55); numero di fiori: basso (17.25 + 1.27); Struttura: rada
FRUTTO: Lunghezza: elevata (cm 2.68 + 0.26); Diametro massimo: Medio (cm 2.58 + 0.13); Forma: ellissoidale; Peso medio: medio (g2.58 + 0.13); Simmetria: da simmetrica a talora asimmetrica; Apice: arrotondato; Mucrone: assente; Base: troncata; Lenticelle: numerose e piccole; Invaiatura: precoce, scalare,dall’apice.
ENDOCARPO: Lunghezza: elevata (cm 1.65 + 0.65); Diametro massimo: medio-elevato (cm 0.78 + 0.58); Forma: ellissoidale; Peso: elevato (g0.61 + 0.46); Simmetria: leggermente asimmetrica; Posizione diametro trasversale massimo: verso l’apice; superficie: lievemente rugosa; Numero solchi fibrovascolari: poco numerosi; Forma dell’apice: arrotondato; Forma della base: tendenzialmente appuntita; Terminazione apice: con piccolo mucrone.
Periodo di produzione: fine di ottobre inizi di novembre.
Notizie documentate di carattere storico e culturale volte a dimostrare il legame tradizionale tra il prodotto e l’ambito locale individuato:
Notizie documentate di carattere storico sono rintracciabili in alcune pubblicazioni del secolo scorso, quali quelle appresso riportate, reperibili presso la Biblioteca Provinciale di Potenza e la Biblioteca comunale di Vietri di Potenza.
Negli anni Cinquanta del secolo scorso, la produzione dell’olio a Vietri è attestata da Antonio Capano:
“La zona di montagna vera è propria, caratterizzata da prevalenza di boschi e di pascoli, si tipizza nei due territori dei comuni di Armento e Vietri di Potenza […]. Vietri di Potenza, celebre per la bellezza del suo paesaggio, deriva il nome da vetere e si vuole sia sorta presso l’antica Acerronia. Il territorio è situato tra 208 e 1239 metri sul livello del mare. […]. Il Comune possiede ben 1016 ettari di cui piccolissima parte a seminativo ed il resto a pascolo e bosco. Il seminativo occupa il 37% della superficie agraria forestale; i pascoli, i boschi, l’incolto il 55%; le colture legnose specializzate (specialmente gli oliveti) raggiungono lo 0,8%”.
Nel 1944 Vietri è tra i principali paesi lucani produttori di olio ed olive all’expo della IV fiera campionaria di Napoli:” La produzione dell’olio lucano 65.000 ettolitri – è specialmente intensa e rinomata nelle zone di Montalbano Ionico, Miglionico, Tricarico, Bernalda, Pisticci, Pomarico, Montescaglioso, Melfi, Lavello, Venosa, Rapolla, Ripacandida, Rionero, Barile, Balvano, Vietri.
La presenza della coltivazione e la trasformazione delle olive è rilevata nel territorio di Vietri sin dal XVI secolo. Il “trappeto”, come ancora oggi viene chiamato nel dialetto vietrese il frantoio oleario, rivestiva una certa rilevanza nelle entrate del feudo vietrese.
“Nel processo tra D.Beatrice della Noya coll’Illustre Conte di Potenza , nel foglio 379 vi è l’apprezzo originale della Terra di Vietri di Potenza, sita nella Provincia del Principato Citra […] quale apprezzo fu fatto a 27 novembre dell’anno 1567 dal Tavolario Oratio Palomba”.
“Da esso si ricavano le principali entrate del feudatario tra le quali hanno straordinaria importanza il fitto dell’Uliveto (40 ducati ann. circa) e dell’affitto del trappeto (75 ducati ann.)”.
Volendo passare al 1700, sempre Antonio Capano ci informa che
“L’analisi di alcuni capitoli matrimoniali del Settecento […], permette di trarre indicazioni sulla società di Vietri in quel secolo, e di riflesso, quanto ai consistenti legami che nel tempo mantiene un microcosmo conservatore tipico della meridionalità, anche con il successivo ed il precedente”.
Secondo il precedente studio, nella dote di una giovincella non poteva mancare una “giarlitella da tener oglio di capacità d’una pesa et meza”; in una cantina sita nella “Rua Nova (strada ancora esistente), l’ atto redatto dal notaio Giovanni Cappellano annovera “tre botti per il vino, quattro giare per l’olio”.
Poco più avanti nel tempo, tra gli atti della Corte ducale di Vietri per gli affitti della taverna, rileviamo la presenza di un frantoio ed il relativo costo di affitto, registrato in seguito ad una gara d’appalto, espletata nel ‘800: “Nell’atto del 15 ottobre 1802 Giuseppe Trotta e Fabio Bove di Vietri, vincitori della gara, e titolari dal primo settembre di quell’anno a tutt’agosto del 1803, devono pagare per tale fitto ducati 155 oltre ai duc. 50 “ricevuti per ajuto di cassa nel chiudere la paglia. La somma si dovrà versare mese dopo mese; sono compresi nel contratto il giardino alla Vialata, e due stanze accanto al trappeto”.
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