
Scheda ministeriale prodotto:
Amaretto di Spilamberto
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Materia prima (caratteristiche del prodotto):
Ricetta per n.25 amaretti:
- 200 gr di mandorle dolci con la buccia
- 20 gr di mandorle amare
- 220 gr di zucchero
2 albumi
Tecniche di produzione (metodiche di lavorazione, conservazione e stagionatura):
Di dolci che portano questo nome è piena la tradizione di numerosissime località italiane, ma quelli di Spilamberto si differenziano da tutti gli altri per le loro eccellenti qualità. La ricetta base è costituita da mandorle dolci e amare impastate con zucchero e albume montato a neve.
Le varianti di questa formula sono infinite tanto che ogni famiglia di Spilamberto tiene segreti alcuni accorgimenti che possono andare dal tempo di cottura all’aggiunta di diversi componenti.
Preparazione:
sbollentate le mandorle, sgocciolatele, sbucciatele e pestatele in un mortaio; mescolate manualmente le mandorle insieme allo zucchero e aggiungete gli albumi montati a neve fino a raggiungere un morbido impasto; prendete l’impasto a cucchiaiate e riponetelo in una teglia nel forno per 20 minuti circa.
Materiali e attrezzature specifiche utilizzati per la preparazione, il condizionamento o l’imballaggio dei prodotti:
Conservateli in un vaso di vetro chiuso.
Cenni storici:
Tipici della tradizione spilambertese fin dal XVII secolo sono infatti noti per lo squisito sapore e la caratteristica morbidezza.
Verso la metà del XIX secolo gli amaretti uscirono dall’ambito familiare e cominciarono ad essere commercializzati ad opera della famiglia Goldoni, titolari del famoso caffè Goldoni che si trovava all’angolo fra le attuali vie Umberto I e Sant Adriano.
Referenze bibliografiche: Franco Mantovi “7 perle dell’eno gastronomia modenese”, Modena, 1971.
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